Sei venuto a dirmi:
domani ce ne andremo,
hai chiuso la tua porta,
hai spezzato il ramo.
Solo allora ho capito
quello che di vero avevi
nelle mani,
nelle tue dita.
Ma Stefano, no ,
credo abbia giurato che a dirlo non era lui
ma il suo peccato.
Sono tornati in tanti
gridando la rabbia
di chi dice che è vero solo
quello che ad altri inganna.
Ed in quel attimo ho compreso
quanto rimorso c’era nel tuo sorriso,
stringendo quelle mani,
orami prive di vita.
Ma Stefano no, non credo abbia
pensato, che ad ucciderlo solo lui
fosse bastato.
Sei rimasto li fermo
quasi avessi paura
hai girato il tuo volto sperando.
Solamente allora hai guardato
quel vestito sporcato
da un gioco finito.
lunedì 21 maggio 2007
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