Notte di fine inverno di qualche anno fa. L’auto corre sull’autostrada, solo in macchina , Sigmund Foster guida assorto nei suoi pensieri.
Il viaggio dura ormai da molte ore e, la stanchezza comincia a farsi sentire.
Sigmund sbadiglia, si stropiccia gli occhi stringe con forza il volante, comprime i muscoli , allunga le gambe.
Fuori fa freddo e, il termometro della temperatura esterna segna due gradi sopra lo zero, l’aria è tersa , pulita non c’è vento, senza foschia e le stelle sono, visibili, limpide, bellissime.
Accende l’auto radio, la musica riempie l’abitacolo e, una musica dolce ovattata, romantica, Sigmund è, praticamente solo sull’autostrada, l’ultima auto l’ha, lasciata da tempo, nessuno lo precede nessuno lo segue, solo, solo nella notte, ritornano in mente i versi di una vecchia canzone, sorride, sbadiglia di nuovo.
Una luce, una luce improvvisa, lontana, sembrano i fari di un auto dietro di lui, forse uscita da una strada secondaria.
Un sospiro, non è più solo, si sente tranquillo respira profondamente. La luce dietro di lui si avvicina. Accidenti pensa Sigmud, deve avere molta fretta quello lì, ma, a che velocità sta viaggiando, fa un piccolo calcolo mentale, rimane perplesso, sta anche lui viaggiando ad una velocità piuttosto sostenuta.
Accidenti ripensa, quel pazzo viaggia a occhio e croce a più di duecento chilometri orari, deve avere una gran bella auto.
La luce si fa, più vicina, vivida,” ma che strano “ riflette Sigmund ” ha un solo faro” deve essere una moto è bella grossa.
Dio mio è da folli viaggiare su due ruote a queste velocità, come diavolo fanno , non muoiono dalla paura, io non sarei capace neanche di andare a ottanta all’ora.
Le due ruote, mi hanno fatto sempre tanta, tanta paura.
Sigmund decelera, accosta sulla sua mano. “Meglio cosi” pensa, “quel disgraziato, mi deve sorpassare ,cosi non corro nessun pericolo”.
Ma la luce rimane, stabile, come se avesse rallentato.
Buon Dio, strano, forse ha avuto un momento di ravvedimento!
Schiaccia il piede sull’ acceleratore , l’auto schizza in avanti, prende velocità, la luce accelera anche essa, si avvicina sempre di più.
Sigmund rimane perplesso,”ma che quel cretino voglia fare lo scemo con me!” Un brivido.
Sono soli sull’autostrada, nessuno per chilometri, per chilometri, accelera, tende i muscoli vede la lancetta del conta chilometri andare oltre i centosessanta.
La luce è sempre dietro di lui, vicina, ora, vicinissima, lo tallona.
“Ma porca miseria “pensa, “è grande troppo grande,non può essere il faro di una moto, è anche troppa alta.”
“Ma che cosa diavolo sarà, un attimo, un attimo forse ci sono, deve essere il faro di un grosso camion che ha fulminato l’altro.”
“Ma come fa a correre in quel modo assurdo.”
La luce lo tallona.
Ora è solo a pochi metri e, ed è forte vivida sembra luce allo iodio è accecante, forte, sempre più forte. C
“Cosa vorrà da me questo pazzo criminale pensa Sigmund.”
Continua ad accelerare, la lancetta supera i centonovanta, l’auto è al massimo, Sigmund comincia ad avere paura.
Si fa strada il panico, la macchina comincia ad avere, segni di cedimento Sigmund non è un grande guidatore e la sua, non è una macchina sportiva, cosa fare, si arrende, non serve scappare. Sentendosi preda braccata, considera la cosa migliore, da farsi è quella di fermarsi e di farsi sorpassare, anche perché ha la coscienza apposto, non ha mai fatto male a nessuno e non riesce a capire cosa diamine possa volere il guidatore di quel camion, che lo insegue.
Rallenta, la luce rallenta, rallenta ancora, la luce fa altrettanto sente di nuovo la musica dell’autovettura, si calma, poi all’improvviso la radio non trasmette più.
Solo scariche su scariche, cosa diavolo sta succedendo, la luce è dietro di lui, è più vicina.
Sigmund blocca l’auto si ferma accosta sulla sua mano.
La luce gli è vicinissima quasi addosso, la paura gli blocca la voce, i movimenti.
Quel pazzo mi vuole uccidere, ma perché, cosa gli ho fatto,?
La luce è vicinissima, quasi a contatto con l’auto di Simun
Poi senza alcun rumore si alza superando a volo radente la macchina di Sigmond per poi continua la sua folle corsa, come una palla di fuoco impazzita.
Non è successo nulla
Sgmund respira affannosamente e non comprende che cosa gli sia capitato.
Ma dov’è il camion ?
Ccos’era quella luce.?
Tutto è calmo, tutto è silenzio, le stelle sono limpide e bellissime poi, la radio, riprende le sue trasmissioni, la musica riempie di nuovo l’abitacolo dell’auto.
Tutto come prima Sigmund è sconvolto, cerca di riprendersi si sforza di calmarsi.
Alla fine riparte.
Pensa e ripensa a quello che è successo, non riesce a comprendere ma, di una cosa è certo ha incontrato una entità aliena, proprio lui che, cosi scettico, comunque in nessun caso racconterà mai quello che ha visto e ha vissuto sulla sua pelle.
Epilogo
Notte, la stessa notte, nella stessa ora nella stazione meteorologica di Stathowill a pochi chilometri dalla autostrada sono di turno il dottor Frince e la sua assistente Lena Lance.
Il dott Chiede Frince chiede:
“ Hai verificato l’ inversione termica che si prevede per questa notte? “
Risponde l’assistente: “Si è verificata qualche ora fa”
Domanda lui:
“ Hai notato qualche anomalia?”
Risponde l’assistente.
“ Al momento solo un aumento del cambio magnetico più tosto intenso direi.”
Replica il dott Chiede Frince :
“ E’ normale in queste circostanze, sai bene che in tali situazioni può verificarsi, uno dei più strani fenomeni che madre natura abbia creato per noi poveri mortali.”
“Quale?”
chiede incuriosita l’assistente:
“l Fulmine globulare ,
risponde il dott Chiede Frince e continua:
“Quello a cui si attribuiscono alcuni comportamenti veramente strani , che si presenta come una palla di luce che rotola ,soprattutto, in pianura , insegue corpi metallici in movimento dando addirittura l’impressione di essere intelligente.
Per fortuna sono, rari molto rari, di solito sono incontrati da esperti scienziati che danno loro la caccia per fotografarli.
Risponde l’assistente:
Immagina cosa penserebbe un povere impreparato mortale se dovesse malauguratamente incontrarne uno, ma non preoccupiamoci stasera sull’autostrada non c’era molta gente e le probabilità di incontro sono una su un milione.
Il viaggio dura ormai da molte ore e, la stanchezza comincia a farsi sentire.
Sigmund sbadiglia, si stropiccia gli occhi stringe con forza il volante, comprime i muscoli , allunga le gambe.
Fuori fa freddo e, il termometro della temperatura esterna segna due gradi sopra lo zero, l’aria è tersa , pulita non c’è vento, senza foschia e le stelle sono, visibili, limpide, bellissime.
Accende l’auto radio, la musica riempie l’abitacolo e, una musica dolce ovattata, romantica, Sigmund è, praticamente solo sull’autostrada, l’ultima auto l’ha, lasciata da tempo, nessuno lo precede nessuno lo segue, solo, solo nella notte, ritornano in mente i versi di una vecchia canzone, sorride, sbadiglia di nuovo.
Una luce, una luce improvvisa, lontana, sembrano i fari di un auto dietro di lui, forse uscita da una strada secondaria.
Un sospiro, non è più solo, si sente tranquillo respira profondamente. La luce dietro di lui si avvicina. Accidenti pensa Sigmud, deve avere molta fretta quello lì, ma, a che velocità sta viaggiando, fa un piccolo calcolo mentale, rimane perplesso, sta anche lui viaggiando ad una velocità piuttosto sostenuta.
Accidenti ripensa, quel pazzo viaggia a occhio e croce a più di duecento chilometri orari, deve avere una gran bella auto.
La luce si fa, più vicina, vivida,” ma che strano “ riflette Sigmund ” ha un solo faro” deve essere una moto è bella grossa.
Dio mio è da folli viaggiare su due ruote a queste velocità, come diavolo fanno , non muoiono dalla paura, io non sarei capace neanche di andare a ottanta all’ora.
Le due ruote, mi hanno fatto sempre tanta, tanta paura.
Sigmund decelera, accosta sulla sua mano. “Meglio cosi” pensa, “quel disgraziato, mi deve sorpassare ,cosi non corro nessun pericolo”.
Ma la luce rimane, stabile, come se avesse rallentato.
Buon Dio, strano, forse ha avuto un momento di ravvedimento!
Schiaccia il piede sull’ acceleratore , l’auto schizza in avanti, prende velocità, la luce accelera anche essa, si avvicina sempre di più.
Sigmund rimane perplesso,”ma che quel cretino voglia fare lo scemo con me!” Un brivido.
Sono soli sull’autostrada, nessuno per chilometri, per chilometri, accelera, tende i muscoli vede la lancetta del conta chilometri andare oltre i centosessanta.
La luce è sempre dietro di lui, vicina, ora, vicinissima, lo tallona.
“Ma porca miseria “pensa, “è grande troppo grande,non può essere il faro di una moto, è anche troppa alta.”
“Ma che cosa diavolo sarà, un attimo, un attimo forse ci sono, deve essere il faro di un grosso camion che ha fulminato l’altro.”
“Ma come fa a correre in quel modo assurdo.”
La luce lo tallona.
Ora è solo a pochi metri e, ed è forte vivida sembra luce allo iodio è accecante, forte, sempre più forte. C
“Cosa vorrà da me questo pazzo criminale pensa Sigmund.”
Continua ad accelerare, la lancetta supera i centonovanta, l’auto è al massimo, Sigmund comincia ad avere paura.
Si fa strada il panico, la macchina comincia ad avere, segni di cedimento Sigmund non è un grande guidatore e la sua, non è una macchina sportiva, cosa fare, si arrende, non serve scappare. Sentendosi preda braccata, considera la cosa migliore, da farsi è quella di fermarsi e di farsi sorpassare, anche perché ha la coscienza apposto, non ha mai fatto male a nessuno e non riesce a capire cosa diamine possa volere il guidatore di quel camion, che lo insegue.
Rallenta, la luce rallenta, rallenta ancora, la luce fa altrettanto sente di nuovo la musica dell’autovettura, si calma, poi all’improvviso la radio non trasmette più.
Solo scariche su scariche, cosa diavolo sta succedendo, la luce è dietro di lui, è più vicina.
Sigmund blocca l’auto si ferma accosta sulla sua mano.
La luce gli è vicinissima quasi addosso, la paura gli blocca la voce, i movimenti.
Quel pazzo mi vuole uccidere, ma perché, cosa gli ho fatto,?
La luce è vicinissima, quasi a contatto con l’auto di Simun
Poi senza alcun rumore si alza superando a volo radente la macchina di Sigmond per poi continua la sua folle corsa, come una palla di fuoco impazzita.
Non è successo nulla
Sgmund respira affannosamente e non comprende che cosa gli sia capitato.
Ma dov’è il camion ?
Ccos’era quella luce.?
Tutto è calmo, tutto è silenzio, le stelle sono limpide e bellissime poi, la radio, riprende le sue trasmissioni, la musica riempie di nuovo l’abitacolo dell’auto.
Tutto come prima Sigmund è sconvolto, cerca di riprendersi si sforza di calmarsi.
Alla fine riparte.
Pensa e ripensa a quello che è successo, non riesce a comprendere ma, di una cosa è certo ha incontrato una entità aliena, proprio lui che, cosi scettico, comunque in nessun caso racconterà mai quello che ha visto e ha vissuto sulla sua pelle.
Epilogo
Notte, la stessa notte, nella stessa ora nella stazione meteorologica di Stathowill a pochi chilometri dalla autostrada sono di turno il dottor Frince e la sua assistente Lena Lance.
Il dott Chiede Frince chiede:
“ Hai verificato l’ inversione termica che si prevede per questa notte? “
Risponde l’assistente: “Si è verificata qualche ora fa”
Domanda lui:
“ Hai notato qualche anomalia?”
Risponde l’assistente.
“ Al momento solo un aumento del cambio magnetico più tosto intenso direi.”
Replica il dott Chiede Frince :
“ E’ normale in queste circostanze, sai bene che in tali situazioni può verificarsi, uno dei più strani fenomeni che madre natura abbia creato per noi poveri mortali.”
“Quale?”
chiede incuriosita l’assistente:
“l Fulmine globulare ,
risponde il dott Chiede Frince e continua:
“Quello a cui si attribuiscono alcuni comportamenti veramente strani , che si presenta come una palla di luce che rotola ,soprattutto, in pianura , insegue corpi metallici in movimento dando addirittura l’impressione di essere intelligente.
Per fortuna sono, rari molto rari, di solito sono incontrati da esperti scienziati che danno loro la caccia per fotografarli.
Risponde l’assistente:
Immagina cosa penserebbe un povere impreparato mortale se dovesse malauguratamente incontrarne uno, ma non preoccupiamoci stasera sull’autostrada non c’era molta gente e le probabilità di incontro sono una su un milione.